La coscienza di Zeno



Buongiorno letterati, oggi parliamo di un'opera in forma autobiografica di Zeno Cosini, soggetto in cura psicoanalitica dal Dottor S, il titolo del romanzo in questione è: "La coscienza di Zeno", dello scrittore e drammaturgo italiano Italo Svevo.

Zeno Cosini il protagonista dell'opera, proviene da una famiglia ricca, vive nell'ozio e in un rapporto conflittuale con il padre, che si rifletterà su tutta la sua vita. Nell'amore, nei rapporti coi familiari e gli amici, nel lavoro, egli prova un costante senso di inadeguatezza e di inettitudine, che interpreta come sintomi di una malattia. In realtà solo più tardi scoprirà che non è lui a essere malato, ma la società in cui vive. 

Il protagonista parla della sua malattia del fumo, narrando fatti che coprono tutta la sua vita. Oltre all'inettitudine il suo grande problema è il vizio del fumo, del quale non riesce a liberarsi. 

Il protagonista infatti, ricorda di aver iniziato a fumare già in adolescenza a causa del rapporto conflittuale con il padre. 
A quest'ultimo rubava inizialmente soldi per comprare le sigarette e in seguito, dopo essere stato scoperto, raccoglieva i sigari fumati a metà sparsi per casa.  Nonostante più volte si sia riproposto di smettere, non vi riesce e per questo si sente frustrato. I tentativi si moltiplicano, ed anche gli sforzi, ma il problema non viene risolto. 

Ogni volta che prova a smettere di fumare, Zeno decide di fumare un'ultima sigaretta e di annotare la data di questa. 
Dopo numerosi fallimenti Zeno si rende conto che fumare le "ultime sigarette", è per lui un'esperienza piacevolissima, in quanto quelle assumono ogni volta un sapore diverso, causato dalla coscienza che dopo quella non potrà fumarne più. Zeno si rivolge a facoltosi medici, ma non riesce a smettere; il tentativo dura moltissimi anni e non si realizza mai, neanche dopo essersi recato in una clinica specialistica dove, una volta pentitosi di avere iniziato con la cura, corrompe l'infermiera con l'alcol, per scappare, pensando erroneamente che la moglie lo stia tradendo Con il Dottor Muli, il medico della clinica. 

Il continuo rimandare un evento è tipico del nevrotico, che, in questo caso può gustare sempre di più l'ultima sigaretta.
Zeno inoltre indica il vizio del fumo come causa dei cambiamenti repentini di facoltà universitaria; passa numerose volte dalla facoltà di chimica a quella di giurisprudenza.

Zeno rievoca il rapporto conflittuale con suo padre, dando particolare attenzione ai suoi ultimi giorni di vita.
Si tratta di una relazione ostacolata dall'incomprensione e dai silenzi. Il padre non ha alcuna stima del figlio, tanto che per sfiducia, affida l'azienda commerciale di famiglia a un amministratore esterno, l'Olivi. 

A sua volta il figlio, che si ritiene superiore per intelletto e cultura, non stima il padre e sfugge ai suoi tentativi di parlare di argomenti profondi.


Il più grande dei malintesi è l'ultimo che avviene in punto di morte, quando il figlio è al suo capezzale, il padreormai incosciente lo colpisce con la mano. Zeno non riuscirà mai a capire il significato di quel gesto, uno schiaffo assestato allo scopo di punirlo o soltanto una reazione inconscia del padre ammalato? 

L'interrogativo produce un dubbio che accompagnerà il protagonista fino all'ultimo dei suoi giorni. Alla fine Zeno preferisce ricordare il padre come era sempre stato.

Zeno parla delle vicende che lo portano al matrimonio.Il protagonista, alla disperata ricerca di una moglie conosce quattro sorelle, le figlie di Giovanni Malfenti, con il quale Zeno ha stretto un rapporto di lavoro e per il quale nutre profonda stima, al punto che lo vedrà come una figura paterna dopo la morte del padre. 

Egli viene accolto in casa Malfenti da una delle quattro fanciulle, Augusta, la quale non essendo bella e mostrando riguardo verso il protagonista, viene da lui subito esclusa per un'eventuale proposta di matrimonio. 

Viene esclusa poco dopo anche Anna, in quanto si tratta di una bambina di soli otto anni. La più attraente delle figlie è in realtà la primogenita Ada, a cui il protagonista fa dunque la corte. 

Il suo sentimento però non è ricambiato, perché ella lo considera troppo diverso da lei e incapace di cambiare; del resto è già promessa sposa a Guido, un uomo profondo che lei ama.

Dopo il rifiuto Zeno si rende conto di non voler rimanere da solo e di avere bisogno di una donna al suo fianco. Per questo motivo la stessa sera, farà la proposta di matrimonio prima ad Alberta la quale lo respingerà, e successivamente si accontenta di Augusta la meno attraente delle sorelle ma quella disposta a dedicare la sua vita a lui e che si rivelerà una moglie ideale.

Anche se a questa moglie Zeno rimane legato da un sincero e tiepido affetto, perché in fondo gli garantisce una comoda e sicura vita familiare, ciò non gli impedisce di farsi un'amante, Carla. 

Augusta costituisce nel romanzo una figura femminile dolce e tenera, che si prodiga per il proprio marito. In lei Zeno trova la figura materna che cercava e un conforto sicuro mancatogli nell'infanzia.

Il rapporto conflittuale di Zeno Cosini con la sfera femminile, è evidenziato anche dalla ricerca dell'amante. Zeno accenna a tale esperienza come un rimedio per sfuggire al «tedio della vita coniugale».

Quella con Carla Gerco è un'avventura insignificante. Lei è solo una povera fanciulla,bellissima, che inizialmente suscita in lui un istinto di protezione. All'inizio Zeno e Carla sono legati da una relazione basata sul semplice desiderio fisico, ma successivamente essa viene sostituita da una vera e propria passione. 

Anche Carla subisce dei cambiamenti; prima insicura, diventa poi una donna energica e dignitosa e finisce con l'abbandonare il suo amante a favore di un maestro di canto, che Zeno stesso le aveva presentato.

Zeno non smetterà mai di amare la moglie Augusta che dimostra verso di lui un atteggiamento materno e gli comunica sicurezza. Verso la conclusione del suo rapporto con Carla invece, maturerà per quest'ultima un sentimento ambivalente che si avvicinerà all'odio.

Incapace di gestire il proprio patrimonio, Guido prega Zeno di aiutarlo a mettere in piedi un'azienda. Egli dice a se stesso di accettare per bontà, ma in realtà lo fa per un oscuro desiderio di rivalsa e di superiorità nei confronti del fortunato rivale in amore che, nel frattempo ha sposato Ada.

Anche Guido peraltro, nei ricordi di Zeno appare come un inetto e comincia per inesperienza a sperperare il suo patrimonio e a tradire la moglie con la giovane segretaria Carmen, mentre Zeno ha la soddisfazione di essere incaricato da Ada di aiutare e proteggere il marito. 

Questi dopo un'ennesima perdita, simula un tentativo di suicidio per indurre la moglie ad aiutarlo economicamente. Più tardi ritenterà il colpo astuto, ma per un banale gioco della sorte si ucciderà davvero.

Zeno impegnato a salvarne il patrimonio, non riesce a giungere in tempo al suo funerale, accodandosi al corteo funebre sbagliato. Per questo è accusato da Ada, divenuta nel frattempo brutta e non più desiderabile per una malattia, di avere in tal modo espresso la sua gelosia e il suo malanimo verso il marito. Il famoso triangolo matrimoniale termina con tre sconfitte irreparabili, ma anche con l'autoinganno dei tre protagonisti incapaci di distinguere fra sogno e realtà.

Il romanzo si presenta come fosse la confessione di Zeno Cosini. La narrazione svolta in prima persona, non segue un ordine cronologico, ma si articola focalizzandosi su alcuni snodi. L'ordine degli eventi è basato dunque sui rapporti analogici tra gli episodi ricordati. 

Nel preambolo, uno dei capitoli più importanti, dato che rappresenta una finzione letteraria ben congegnata, abbiamo poche righe firmate dal Dottor S, lo psicanalista che ha in cura Zeno, il quale espone l'origine del libro. 

A causa dell'ingiustificata interruzione della terapia da parte di Zeno, proprio nel momento in cui essa stava dando i suoi frutti, il dottore, profondamente ferito nel suo orgoglio professionale, decide di vendicarsi del paziente, pubblicando quelle memorie che lui stesso aveva consigliato a Zeno di scrivere come parte integrante della cura. Tali memorie in cui Zeno ha accumulato menzogne e verità, non sono altro che i capitoli successivi del romanzo. 

E' chiaro che questa finzione letteraria è anche una polemica contro la psicoanalisi, una forma di terapia che proprio in quegli anni iniziava velocemente ad affermarsi. L' iniziale S sarebbe interpretabile come la prima lettera del padre della psicoanalisi Sigmund Freud.

Nella storia della letteratura questo romanzo ha segnato un autentico superamento narrativo, morale, psicologico. Quel che balza subito agli occhi del lettore è la tecnica del monologo interiore, realizzata in una nuova resa espressiva attraverso l'identificazione del narratore con il protagonista. 

Non è lo scrittore a narrare la vicenda di un personaggio, ma il personaggio stesso che si analizza e si confessa mettendo in equilibrato rapporto la sua autobiografia con l'analisi della sua coscienza e della sua subcoscienza.

E' un romanzo unitario e compatto narrativamente, perchè dalla prima all'ultima parola è un'introspezione fondata sulla consapevolezza delle ragioni vere della nostra esistenza sulla vacuità del nostro entusiasmo, e cioè sulla inettitudine umana in rapporto alle imprevedibilità dei casi umani.

E' anche un romanzo ironico perchè nella descrizione dell'uomo mediocre e malato che accetta la precarietà della vita, riesce a tollerarla con saggezza e così, appunto, trova nell'ironia l'unica sua salvezza possibile. Infatti conoscere se stessi significa anche tollerare il proprio stato di umanità e di miseria e quindi evitare la grande catastrofe evitando la tolleranza. 

Consigliato a chi come me è affascinato dalla psicologia.


Buona giornata...
Buona lettura...
La libraia matta90❤❤❤




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