L'eleganza del riccio
Buongiorno lettori, oggi parliamo di un romanzo del 2006, scritto dall' autrice e docente francese Muriel Barbery; il cui titolo è: "L'eleganza del riccio".
La vicenda si apre con Renèe Michel, che sembra essere la comunissima portinaia del numero 7 di rue Grenelle, un condominio parigino abitato da famiglie facoltose; è apparentemente sciatta, pigra, perennemente presa dalla cura del suo gatto Lev, in inore di Tolstoj, dalla televisione e dalle sue piccole faccende private.
Il realtà Renèe è una persona coltissima; si interessa di arte, di filosofia, di cinema, di musica classica e di cultura giapponese, ma preferisce mascherare la propria erudizione.
E' vedova, ma non affronta la sua solitudine con rancore e nostalgia, bensì esplorando ogni sfaccettatura della propria anima, ogni sfumatura dei propri sentimenti con grande distacco e grande perizia filosofica. Solo un segreto doloroso, celato sino alla fine, sfugge alle sue analisi.
Ad animare la vicenda è il personaggio della dodicenne Paloma Josse, figlia di un ministro della repubblica. Paloma, piccola e minuziosa giudice dell'umanità, è in perenne lotta con tutta la sua famiglia; con la madre, che cerca di non esternare quello che è davvero, una donna fragile e debolissima; il padre che fa dell'aggressività e della cruda spontaneità, soprattutto in politica, il centro della propria vita, con la sorella Colombe che studia filosofia solo ai fini speculativi e non per affrontare il mondo in maniera autentica.
Paloma, eccezionalmente attenta e profonda nel comprendere questo mondo, di cui crede di capire tutta la bellezza e tutta la crudeltà, non riesce a sopportare la mediocrità della gente con cui vive, per questo ha pianificato di suicidarsi prendendo dei sonniferi il giorno del suo compleanno, e al contempo di dare fuoco al suo appartamento, per far capire alla famiglia ricca e superficiale quali siano i veri problemi della vita, come trovarsi senza casa.
Paloma e Renèe si incontrano e si riconoscono come anime simili, grazie all'arrivo di un terzo personaggio; Kakuro Ozu, un signore giapponese. Questi saprà aprire il cuore della portinaia, farne uscire tutti i sentimenti ed i segreti più oscuri, liberarla dal peso del suo incognito durato quindici anni e, insieme a lei, farà capire a Paloma qualcosa in più sulla vita, qualcosa che nemmeno l'intelletto della ragazza aveva saputo cogliere.
L'autrice tocca tante tematiche, che vanno dal perchè viviamo alla morsa delle apparenze,passando dalla gioia dell'arricchirsi, all'assaporare le piccole cose, al gusto per l'arte, ma in particolare si sofferma sulla superficialità degli uomini che preferiscono perdere la capacità di ragionare e apprezzare la cultura, mescolandosi in un unico gruppo di persone, tutte uguali, divise solamente per stereotipi a seconda del ruolo che ricoprono all'interno della società.
L'elaborato nasce da un'idea semplice e si sviluppa in una trama altrettanto lineare, in cui quel che fa la differenza è la penna dell'autrice, inconfondibile per erudizione e ricchezza, e per le riflessioni filosofiche sul senso della vita, che tramite l'aspetto interiore delle personalità femminili la stessa ci offre.
Un romanzo veramente ben scritto, che per la sua intrinsecità o si ama o si odia.
Consigliato.
Buona giornata...
Buona lettura...
La libraia matta90💛💛💛
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