Assassinio sull' Orient-Express





Buongiorno miei cari amici, oggi parliamo di un romanzo giallo molto discusso e letto negli ultimi anni, sto parlando di: "Assassinio sull'Orient Express", della scrittrice e drammaturga britannica Agatha Christie. 


La vicenda si apre con l'ispettore Hercule Poirot, che avendo preso il Simplon Orient Express, si trova ad indagare sull'assassinio di un certo Ratchett, un distinto americano ritrovato esanime nel proprio scompartimento, sullo stesso treno su cui viaggia il detective. 


Ma un'abbondante nevicata bloccherà il convoglio per parecchie ore in Jugoslavia, e in questo modo Poirot si vedrà costretto a ipotizzare che l'assassino sia uno dei passeggeri il cui scompartimento è nella carrozza per Calais, la stessa in cui si trova quello del signor Ratchett.


Un indizio rivelatore porterà alla scoperta che la vittima era in realtà un italiano di nome Cassetti, un assassino in fuga dalla giustizia americana perchè accusato del rapimento a scopo di estorsione e dell'omicidio della piccola Daisy Armstrong, avvenuto anni prima, uccisione che in seguito aveva provocato indirettamente altre morti fra le persone a lei vicine. 


Sarà l'inizio di una serie di interrogatori a tutti i passeggeri del vagone, e fra esitazioni, reticenze, contraddizioni e lapsus indicativi, emergerà che più di un passeggero aveva avuto dei legami con la famiglia Armstrong, e che certi depistaggi e la presenza di tanti indizi sono un tentativo premeditato per confondere e fuorviare le investigazioni del detective, e per indirizzarne altrove le indagini.


All'interno della camera Ratchett/Cassetti, Poirot, il signor Bouc e il dottor Constantine trovarono un fazzoletto con la lettera "H" elegantemente ricamata. Domandando a tutte le donne, dalle più umili alle più ricche, se avessere l' "H" nel nome o nel cognome, venne fuori che il fazzoletto non era di nessuno. I sospetti caddero poi sulla contessa Andrenyi, il cui nome era Elena. 


Ma sul passaporto di quest'ultima c'era una macchia di unto, che nascondeva la "H" davanti al nome. Pertanto la contessa si chiamava Helena e non Elena. Nonostante ciò il fazzoletto non apparteneva alla contessa Andrenyi, bensì alla principessa Dragomiroff, di origine russa, l'unica donna alla quale non era stato chiesto se il fazzoletto fosse suo. Il suo nome di battesimo era Natalia, ma in alfabeto cirillico la "N" si scrive come l' "H". Svelato il mistero, il fazzoletto era tornato alla sua legittima proprietaria.


Sempre nella stanza di Ratchett, oltre al fazzoletto, Poirot e i suoi compagni rinvennero un nettapipe. Durante le deposizioni Poirot, con molta astuzia, domandò ai passeggeri se fumassero la pipa. Tutti a quanto pare fumavano la sigaretta, tranne il colonnello Arbuthnot, il quale disse senza alcun problema di fumare la pipa, e che probabilmente il nettapipe fosse di sua proprietà.


Sia il fazzoletto sia il nettapipe erano stati messi nello scompartimento di Ratchett dopo il delitto. Infatti i congiurati, bloccati dalla neve, avevano posizionato i due indizi per depistare le indagini. Questo perchè, grazie a questi due oggetti, i sospetti venivano a cadere sul colonnello Arbuthnot e sulla principessa Dragomiroff, quelli più insospettabili, con l'alibi più forte e minuzioso, e anche gli unici due che sembrava non avessero alcun legame con gli Armstrong.


Nella tasca del pigiama di Ratchett è stato rinvenuto un orologio fermo sull'una e un quarto. La coincidenza è anche strana per il fatto che a lato del letto della vittima c'era un gancio fatto apposta per tenere l'orologio. Questo ha quindi fatto pensare che l'orologio fosse stato messo lì dall'assassino per depistare le indagini. 


Poirot era certo che il delitto fosse stato compiuto prima delle 0:37, quando sentì provenire una voce che parlava in francese, dallo scompartimento di Ratchett. Ma Ratchett non sapeva il francese quindi non poteva essere stato lui a parlare, ma l'assassino. Pertanto a quell'ora Ratchett era già morto.


Poirot fece ispezionare le valigie e in quella della cameriera tedesca fu ritrovata l'uniforme del finto controllore, facendo presumere che l'assassino, scappando e avendo trovato quello scompartimento vuoto, l'avesse infilata nella valigia. Tornato al suo scompartimento Poirot trovò il kimono scarlatto dentro alla sua valigia e la prese come una sfida, accettandola.


L'alternarsi dei colpi di scena porterà alla soluzione del caso, e al termine dell'inchiesta Poirot potrà presentare al sig. Bouc, al dottor Constantine e agli altri viaggiatori due possibili soluzioni del caso: una prima, semplice conclusione secondo cui uno sconosciuto travestito da dipendente delle ferrovie, sia entrato nella cabina di Cassetti e lo abbia pugnalato. 


E una seconda ipotesi, assai più ardita e complessa, illustrata da Poirot attraverso una precisa e accurata ricostruzione dell'accaduto, durante la quale innumerevoli frammenti fino ad allora sconnessi verranno a combaciare. Stando a questa deduzione, il signor Cassetti è stato colpito da dodici pugnalate, ognuna vibrata da una diversa persona. Quindi il colpevole non è uno solo, ma ad aver ucciso Cassetti sono state dodici persone diverse, cioè undici dei dodici passeggeri della carrozza Istanbul-Calais e un controllore; che avevano deliberatamente trovato sistemazione sul treno per portare a termine una vendetta per la morte della piccola Daisy, a cui tutti i sospettati erano profondamente legati.

Il libro si conclude con la decisione da parte di Monsieur Bouc e del dottor Constantine di non consegnare tutti i passeggeri alla polizia iugoslava, ma di addossare la colpa dell'assassinio a uno sconosciuto, come nella prima soluzione offerta da Poirot, ritenendo che una sentenza sia stata espressa da una giuria composta da tutti coloro che erano legati alla famiglia Armstrong, e che dopo tanti anni giustizia sia stata fatta.

"Assassinio sull'Orient-Express", è uno dei più celebri romanzi di Agatha Christie, e da molti considerato il suo capolavoro. E' un giallo perfetto, in cui il meccanismo tipico delle sue opere raggiunge la perfezione assoluta e si sposa con uno stile raffinato, limpido ed essenziale.

L' ambiguità dei personaggi,l'ambientazione claustrofobica, la logica lucida e schiacciante di Poirot, che mai come in questo romanzo è pura mente che pensa, l'azione serrata e avvincente culminano in uno scioglimento geniale e imprevedibile, che lascia il lettore senza fiato. 

Un finale nel quale una miriade di particolari ed indizi senza senso si incastrano finalmente alla perfezione, dimostrando che l'impossibile può essere possibile.

Consiglio vivamente questo fantastico giallo tutto da divorare.

Consiglio inoltre la trasposizione cinematografica del 1974, diretto da Sidney Lumet; mentre ho trovato molto scialba la versione recente del 2017.


Buona giornata...
Buona lettura...
La libraia matta90❤❤❤










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