La mia vita capovolta




Buona sera miei cari amici, oggi vi parlo di un romanzo che mi ha molto affascinata, un romanzo particolare dove troviamo un' introspezione accurata del protagonista; il titolo in questione è: "La mia vita capovolta", dell'autore emergente Cosimo Schena.

Presbitero della diocesi di Brindisi-Ostuni. Laureato in filosofia presso l'Università di Verona, è attualmente dottorando in filosofia presso la Pontificia Università Lateranense dove sta approfondendo il tema del totalitarismo e del misticismo in Simone Weil.

Nel 2016 con Diogene Multimedia ha pubblicato due saggi di filosofia: "La croce è la nostra patria"; "Simone Weil e l'enigma della croce e L' essere persona. Lo stato limite della persona?".

Nel 2017 con Asterios ha pubblicato "Simone Weil" e la questione gnostica"; con Pagine ha pubblicato alcune poesie in Ispirazioni e nel 2018 ha pubblicato tre raccolte di poesie: "Sussurri" , "Sussurri di un'anima" e "Soffio verso il cielo".

Il romanzo "Una vita capovolta", si apre con il protagonista Mario, un quarantenne in piena crisi. Vive una vita agiata e molto soddisfacente a Roma.

Egli è dirigente di una multinazionale, circondato da donne e amici. Ma nonostante abbia tutto ciò, ogni giorno si risveglia braccato dalla solitudine; si sente solo in mezzo alla folla. 
Per evadere da quella realtà giornaliera che lo soffoca, si rifugia spesso nei suoi sogni.

Una mattina mentre esce di casa seguendo la solita routine, mentre distrattamente attraversa la strada, viene investito. 
Passa tre giorni nel reparto di rianimazione e in uno stato di semi coscienza, elabora un piano per cambiare finalmente la propria vita.

Dopo varie peripezie per fuggire senza lasciarsi nessuna traccia alle proprie spalle, riesce a prendere il primo volo per una località sconosciuta. Ma dopo un po capirà che non serve fuggire, ma che il vero cambiamento avviene affrontando la vita che ti viene imposta come dono e soprattutto senza dimenticare di viverla appieno.

Questo romanzo mi ha veramente magicamente colpita. E' molto particolare nel suo insieme; il personaggio che si sente soffocare dalla propria quotidianità, si sente solo nonostante sia circondato dai propri parenti, amici, mi ricorda molto  "Mattia Pascal"; personaggio di un noto romanzo dell'autore agrigentino Luigi Pirandello, il quale decide come Mario di dare una svolta alla propria vita.

Mario architetta in modo perfetto la sua fuga, cambiando la propria identità per far perdere completamente le proprie tracce. Nella sua nuova esistenza troverà il vero amore con cui  creerà una famiglia; ma sentirà sempre quel senso di solitudine e soprattutto di nostalgia verso la sua vita passata.

E' proprio durante questi momenti di riflessione che il nostro protagonista si rende conto di ciò che ha perso, i propri affetti, il proprio lavoro e ciò che gli apparteneva sin dalla nascita: la sua vera identità, la propria essenza.

Desidera ardentemente tornare indietro, impadronirsi di quella vita che a causa del suo volere troppo, gli è sfuggita tra le dita. 

Egli viaggia continuamente, visita tutti gli Stati che il mondo offre; ma alla fine nulla cambia, in quanto continua a sentirsi  imprigionato; adesso anche dai suoi stessi affetti che glielo fanno pesantemente notare; allora pensa di farla finita per sempre, di liberarsi una volta per tutte da questo senso di oppressione. 

Le sfaccettature, il modo di pensare, il profilo psicologico di questa persona che non sa cosa desidera dalla propria vita,  rispecchia molto i giovani d'oggi, che non hanno uno scopo, un traguardo da raggiungere; ma che eseguono ogni cosa controvoglia e non con caparbia e passione.

Questo romanzo trasmette molto; trasmette malinconia verso la vita, ma anche speranza; una speranza che ci è data dall'esistenza stessa.  Tutto ciò ci pone dinanzi la domande: "Perchè esisto?" "Qual'è il mio scopo di vita?" "Questo Dio di cui tanto si parla, esiste davvero?" "E' un Dio giusto?" Allora perchè accadono continuamente  atti di femminicidio, attentati, guerre e catastrofi naturali. "Dov'è questo Dio che tanto preghiamo, è davvero un Dio buono?"

Questi interrogativi ci sconfortano, ci fanno pensare ad un'umanità nulla, senza valore; come se non esistesse qualcosa per cui sperare e lottare. 

Mentre è tutto ciò di negativo che ci accade intorno o in prima persona che deve darci la forza di lottare e la speranza che qualcosa di meraviglioso possa accadere.

Bisogna vivere con spensieratezza e allo stesso tempo con equilibrio ogni singolo giorno; godere insieme alle persone a noi care delle vittorie e gioie proprie. 

Non distruggere la propria esistenza solo perchè qualcosa  non ci va bene, ciò potrebbe essere l'errore più grande della nostra vita.

Questo è quello che accade al nostro protagonista, che inconsapevolmente abbandona tutto, ritrovandosi ancora più afflitto da un'esistenza estranea al suo essere. 

Questa situazione mi fa venire in mente un antico proverbio in dialetto siciliano: "Cu lassa a vecchia pa nova, sapi chiddu chi lassa ma nun sapi chiddu ca trova".

Il linguaggio dell'autore è molto limpido e scorrevole; ho apprezzato molto le descrizioni paesaggistiche dei vari Stati che il protagonista visita.  I periodi sono brevi e ciò rappresenta una nota positiva, in quanto rendono il romanzo scorrevole e non lo appesantiscono.

Il tema trattato è molto attuale e significativo. Il finale mi ha sorpresa così tanto da farmi esclamare: "Wow".
L' autore ha saputo con abile maestria, creare una storia incalzante, rispecchiando le pulsioni del protagonista.

Ringrazio cordialmente l'autore per avermi omaggiato della sua opera, catapultandomi in questo mondo capovolto dai pensieri del protagonista.



Buona serata...
Buona lettura...
La libraia matta90❤❤❤

















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