RECENSIONE: "DISPARI". JOSÈ STANCARONE.


Buonasera miei carissimi lettori; oggi vi parlo di un'intensa ed eccentrica opera alquanto particolare, il titolo in questione è: "DISPARI",dell'autore barese Josè Stancarone.

Josè Stancarone (Bari, 1984). Ha conseguito il dottorato di ricerca in matematica nel 2016 e ha insegnato presso l’Università e il Politecnico di Bari, estendendo poi la sua attività anche ai licei, dove insegna matematica e fisica. Appassionato ricercatore delle verità scientifiche, ha creato diverse esperienze di divulgazione nelle scuole e a teatro. È attivista per l’Associazione Italiana Giovani per l’UNESCO e precedentemente per ADI (Associazione Dottorandi e Dottori di Ricerca in Italia).

L' opera in questione ha come protagonisti un eccentrico professore e la sua giovane allieva Sara. Essi parlano fra loro, interrogandosi a fondo sull’ispirazione, sull’intuito e sulla complessità della percezione umana. Per farlo analizzano due racconti, in cui i protagonisti: un' artista e un musicista sono alla ricerca continua di quell’imperfezione che rende grande la loro arte. Un raro dialogo in cui la tematica della diversità emerge prepotentemente, per motivare tutti coloro che per qualche ragione si sentono inadeguati a qualsiasi contesto o schema. Delle personalità atipiche, non omologabili… “dispari”, appunto, verso una nuova visione della persona che distingua la differenza dalla disuguaglianza.

Una lettura profondamente riflessiva e minuziosa, intrisa in un proficuo dialogo espositivamente stimolante.  La narrazione si dipana congenialmente su alcuni fondati interrogativi esistenziali...tra cui nello specifico le miriadi di sfaccettature percettive della mente umana che per l'appunto muta continuamente la propria iniziale natura sensoriale.
L' autore analizza analiticamente  due emblematici racconti in cui i due protagonisti rivestono vivamente i ruoli di due talentuosi artisti; entrambi si trovano a stretto contatto con le difficoltà ossessivamente recondite legate alla loro arte a tratti maledetta . 
L' apice centralizzato della vicenda include il concetto ramificato di diversità. Una diversità geniale e appartenente solo a pochi eletti. Una sorta di sensibilità spiccata che caratterizza gli individui di talento.  
Il professore introdurrà anche un concetto legato alla fisica quantistica, quello della "Quinta dimensione"; nella quale il cervello rappresenta la principale periferica preposta a tutte le funzioni esecutive dell'uomo. Col tempo apprendiamo ad utilizzare sempre più tali facoltà, plasmandoci e rinnovandoci al cambiamento con l'insorgere di mondi ancora a noi sconosciuti. Universi inesplorati che conducono ad un'unica e ancestrale  specifica strada "l'imperfezione" che come sintomo umanistico racchiude in sé un' inesplicabile bellezza oltre confine. 
Una diversità motivante mirata all'inadeguatezza d'animo a cui sono continuamente sottoposte le personalità cosiddette atipiche . La personalità intesa come modalità strutturata di pensiero, sentimento e comportamento che caratterizza il tipo di adattamento e lo stile di vita di un soggetto e che risulta da fattori costituzionali, dello sviluppo e dell’esperienza sociale.
Ma riscontriamo un nuovo concetto di personalità non omologabile che crea una netta separazione tra differenza e pregnante disuguaglianza.
Un'opera incalzante e ben tematizzata. Un saggio delineato ed esperienziale...un viaggio fuori dagli schemi e al contempo dentro ognuno di noi; guidandoci passo dopo passo verso la nostra primordiale essenza.

 


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