RECENSIONE: "NONNASBALLO". MIRKO ZULLO.


Sinossi

Michelle ha poco più di vent'anni, non riesce a guardarsi nuda allo specchio e non ha mai avuto una storia d'amore. Vive in un piccolo paese di provincia e ha rinunciato all'università per aiutare la madre nella trattoria di famiglia. Ha una nonna, "la Milvia" - come la chiamano in paese -, che è sempre stata "una di quelle che difficilmente tenevi ferme" e che più di ogni altra cosa ama ballare. Per questo Michelle l'ha soprannominata Nonnasballo. Una nonna chiassosa, irruente, a volte scurrile, sempre straordinaria. Impossibile non volerle bene. È lei, la nonna, ad averla cresciuta quando il padre se n'è andato da un giorno all'altro senza un'apparente spiegazione. Una fuga che nasconde un doloroso segreto che Michelle, per la vergogna, non è mai riuscita a confidare a nessuno. Poi un giorno, Nonnasballo inizia a non essere più la stessa. E la diagnosi del neurologo è una sentenza: Alzheimer. Per Michelle è il dramma, si sente sola e abbandonata. Nonnasballo non potrà più essere il suo punto di riferimento, forte e coraggiosa, fonte inesauribile di consigli. I ruoli si sono invertiti: ora è nonna la sua bambina, tocca a lei starle vicino come una mamma. Una storia che, con delicatezza e ironia, affronta il tema della malattia e dei rapporti famigliari.

Recensione a cura de La libraia matta 90

La narrazione nasce grazie all'innata abilità dell'autore nel descrivere in maniera ironica e frizzante una serie di tematiche complessivamente toccanti. La protagonista principale animatrice della storia è una nonna un po' particolare detta la "Milvia". Una donna irruente, amante del ballo, del divertimento e dei sentimenti colmi di passione. Una signora che con l'età che avanza non si arrende e continua a offrire appoggio alla propria nipote che sta attraversando un periodo alquanto difficile con se stessa e con la propria madre. Un susseguirsi di vicissitudini inaspettate sorprendono il lettore trascinandolo capitolo dopo capitolo in una nuova attuale realtà. "Nonnasballo" non è solo una lettura scorrevole e ironica, ma è soprattutto un viaggio profondo e interiore che caratterizza ogni singolo personaggio; offrendo ad ognuno di loro un nuovo modo di osservare la vita diversamente, reagire e poter ricominciare. Il tema principale affrontato dall'autore in maniera originale è l' Alzheimer che affligge la nostra "Milvia" e che sarà parte integrante dell'intero racconto. Il tutto verrà condito da un terribile e inaspettato segreto che legherà prepotentemente a sé le tre diverse generazioni nonché nonna, figlia e nipote.
Una lettura che consiglio fortemente per il radicato impatto emotivo che ha smosso in me medesima. 

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