RECENSIONE: "LA CLASSE DI BRUNA" . DANIELA LONGO.
Daniela Longo nasce
a Catania il 1° luglio 1970. Si laurea in Lettere nel 1993 presso l’Università
degli studi di Catania e comincia ad insegnare nella secondaria superiore. Con
il concorso a cattedra del ’99 entra di
ruolo nella scuola statale.
Per Rubbettino Editore pubblica il saggio Letteratura
e televisione tra finzione e realtà. Dal romanzo giallo a Telefono giallo
nella rivista di Filologia moderna «Le forme e la storia». Il saggio nasce
dalla collaborazione, in qualità di tesista, con la redazione RAI del programma
televisivo Telefono giallo condotto e curato dai giornalisti
Corrado Augias e Franca Leosini.
Nel 2011 si laurea in Filologia romanza all’Università di
Catania.
Dal 2008 insegna Italiano e Latino al
Liceo scientifico “Principe Umberto “di Catania, dove ha curato i progetti
“Giovani e Montecitorio” e “60 anni della Costituzione”, ricoprendo l’incarico
di addetto stampa dell’Istituto scolastico.
La classe di Bruna
è il suo primo romanzo.
Sinossi
Bruna Baroncelli, stimata docente di un liceo di Catania, scompare all'improvviso. Beatrice Bannò, zelante commissario di polizia, indaga sulla sua misteriosa scomparsa. L'apripista per le indagini è un diario che Bea ritrova sul comodino della professoressa. In esso Bruna racconta, con un velo di ironia e sarcasmo, gli alti e bassi del suo mestiere, la passione e la devozione per l'insegnamento, ma soprattutto la bellezza e l'importanza del rapporto professori-alunni. I pensieri contenuti all'interno del manoscritto si alternano alle intricate vicende sentimentali della vita privata di Bruna. Sarà proprio a partire dall'ambivalente anima della professoressa che il commissario Bannò non solo riuscirà a risolvere il caso, ma anche a riscoprire se stessa.
Recensione a cura de La libraia matta 90
Il romanzo presente è un racconto corale che si sofferma particolarmente sull'anima di ogni protagonista. Figuranti che donano quel tocco dell'inaspettato e dell'improvvisazione; dando il via ad una storia contornata da un mondo ordinario e apparentemente pacato ma allo stesso tempo affrontando in maniera fluida, quasi normale la tematica psicologica riguardante l' accaduto. Le riflessioni molto spesso sarcastiche descritte dalla presunta scomparsa, incantano anche il commissario di polizia che come il lettore si lascia trascinare da queste simpatiche rivelazioni dedite al mondo scolastico e a tutte le sue più svariate sfumature. Una storia coinvolgente piena di colpi di scena e carica di suspense. Ci troviamo di fronte ad un'analisi accurata dal punto di vista psicologico delle varie figure scolastiche; devo dire che ciò è quello che mi ha coinvolta ancor più. La Longo ci presenta una trasparente realtà della scuola italiana ponendola su un piano ironico che incanta e quindi appassiona il lettore. È una lettura che consiglio vivamente a giovani e "non". Non possiede un target d'età specifico . Anche questo è un punto a suo favore.
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