RECENSIONE: "IL LENZUOLO". PAOLO DAL CANTO.



Buongiorno miei adorati lettori novembrini ...
Oggi vi parlo di un racconto davvero sorprendente e molto particolare. Il titolo in questione è: "IL LENZUOLO", dell'autore bergamasco PAOLO DAL CANTO. 

Sinossi 

Una violenza carnale, l’impronta della donna violentata e torturata che resta impressa su di un lenzuolo, una sorta di sindone che ha ben poco di sacro, ma che è l’unica testimone della crudeltà e della ferocia di cui un uomo può essere capace.

Il lenzuolo diventa così il vero filo conduttore di questo originalissimo romanzo, un lenzuolo che si trasforma di volta in volta in strumento di morte, di fuga, di tortura, complice di sparizioni e uccisioni, alcova per incontri d’amore e sesso sfrenati e appassionati e per momenti di tenerezza e complicità, un lenzuolo a cui i due protagonisti affidano le loro speranze e la loro stessa sopravvivenza in un mondo popolato da personaggi ambigui, incredibili, a volte quasi soprannaturali, e dove un arcangelo e il volto di un Cristo crudele si scontrano per la loro redenzione o per la loro dannazione eterna.
Un romanzo dissacrante che con impietosa lucidità e crudeltà ci accompagna nei meandri dell’animo umano senza risparmiarci scene di inaudita violenza, ma che allo stesso modo è capace di riportarci là dove amore e tenerezza sembrano poter dire ancora la loro.


Biografia 

Nato a Bergamo nel 1964 inizia a scrivere in prima elementare. Le sue prime opere sono i nomi di animali, di verdure e di frutta, ma passeranno un bel po’ di anni prima che questi suoi primi sforzi prendano le sembianze di qualcosa se pur lontanamente simile ad un’opera letteraria. Nel 1998 comincia a scrivere testi per la compagnia teatrale Operai del Cuore, della quale è regista, e ancora oggi per i Pensattori. Del 2020 la sua prima pubblicazione con la casa editrice Mondo Nuovo, una raccolta di racconti dal titolo “L’UOMO LIVELLA”. A suo agio con la narrativa breve nel 2021 e 2022 escono con la stessa casa editrice altre due raccolte: “NON DIRMI CHE TI PIACE BARICCO” e “SPUTI”, per la quale si avvale della collaborazione dell’illustratore toscano Federico Quiliconi.

Lo stile di Dal Canto è irriverente, distopico, dissacrante, tragicomico e al limite del surreale, capace di emozionare e provocare. Accompagnato dal musicista Stefano Taglietti, in cambio di cibo e di un buon calice di vino, l’autore porta in giro per l’Italia folli reading teatrali per presentare le sue opere.

Recensione a cura de La libraia matta 90 

Il racconto presenta una trama quasi irreale e coinvolgente.  Tutto ruota intorno a questo lenzuolo sporco di sangue che passa da una persona all'altra dando il via ad un filo conduttore colmo d'audacia.  Una storia fuori dai classici canoni; devo dire che proprio per questa sua particolarità mi ha molto coinvolta. I personaggi presenti all'interno della storia sono davvero singolari e intessono una trama ben strutturata e geniale. Questa storia ha un che di unico e incisivo; non si dimentica facilmente in quanto porta uno ad uno sconvolgimento continuo da parte del lettore. Un lenzuolo che assorbe e cela di tutto. Una serie di figuranti ambigui e peccatori; in realtà sono proprio individui che rispecchiano perfettamente la società odierna.  Un racconto agghiacciante  che non lascia nulla al caso e che descrive con freddezza e continua lucidità delle situazioni quasi inaspettate . Una storia che profuma di follia dissacrante... Che non delude per nulla il lettore. È un romanzo molto particolare come ho già detto. Non adatto a tutti... Ma solo a chi si lascia travolgere e sconvolgere non dai soliti stereotipi; per questo lo consiglio soltanto a delle menti comprensive e aperte.

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